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Il post(o) del cuore: la domanda di R.

Cara SalutarMente,

Vi scrivo perché mi chiedo spesso se si possa realmente risolvere un dubbio che mi viene sulla fiducia.

Cerco di spiegarmi meglio, intendo dire che spesso mi chiedo se mai si fermerà questa ininterrotta sorta di tradizione che mi porta ad incontrare spesso persone che in un qualche modo rompono il patto di fiducia o comunque rompono quella che io ripongo in loro. 

Mi chiedo se sia io ad aspettarmi troppa sicurezza nelle relazioni o se siano gli altri a metterci poco impegno. Ho la sensazione di avere una visione quasi antica dei rapporti, per quanto sia giovane di età. Insomma, credo ancora che impegnarsi quotidianamente sia l’unica soluzione, l’unico modo per rispettare sé stessi e gli altri.

Eppure, regolarmente, come una sorta di condanna, ad un certo punto delle relazioni (soprattutto quelle professionali e amicali, nel mio caso) capita qualcosa per cui mi cadono le braccia, per cui mi chiedo che cosa abbia fatto di male per sentirmi un potradita e delusa. Non che io non sbagli mai, ci mancherebbe. Però è così che funziona, ad un certo punto ti rendi conto dello scarto tra il tuo impegno e quello degli altri, o forse semplicemente ti rendi conto che la fiducia che hai messo lì (e che hai faticosamente trascinato per l’ennesima volta) si sta rompendo, senti questa crepa e ti incazzi.

Sì, perché la domanda è poi sostanzialmente questa: come si fa a gestire la rabbia che deriva dalla delusione?

Come si fa a non farsi contagiare da quella rabbia, che poi alle volte non si sfoga neanche. Perché mica ti puoi sempre mettere ad urlare o a fare scenate, che poi la gente non capisce.

Sia chiaro, non è che la mia vita sia fatta solo di questa rabbia o di gente che mi delude però è come quando è tutto abbastanza in ordine ma c’è qualcosa che ti sembra sia un po' fuori posto. E non lo vuoi buttare via o nascondere, vuoi capire quale sia il suo posto migliore.

Vorrei un posto migliore per la rabbia e la delusione. Forse sono ingombranti ma se ci sono, ci sarà un senso.

Chissà se voi potete aiutarmi a trovare un posto sensato!!

R.


Risponde la dott.ssa Chiara Tosi, psicologa e psicoterapeuta dell’Associazione SalutarMente.

Cara R., 

quello che ci fai fare è un viaggio nel tempo, verso quella fiducia che alle volte si rompe, si sgretola e perde la sua forma, così granitica e definita, che vorremmo avesse sempre. La delusione brucia e la rabbia è difficile da contenere e, quando ci si ritorna con la mente, si scopre che quelle ferite bruciano ancora. Che l’impegno nelle relazioni è faticoso e che alle volte sembra che venga sottovalutato o, peggio, ignorato. 

E come si fa a trovare uno spazio migliore per la rabbia che deriva da una delusione? La risposta è che forse, a un certo punto, dobbiamo fare un po’ di ordine. E l’ordine è una questione di spazio, indubbiamente, ma anche di tempo. Il tempo per percepire che il disordine non ci sta più tanto bene, il tempo per iniziare a sentire il fastidio, il tempo per arrabbiarsi per ciò che non è al suo posto o per arrabbiarsi con chi ci ha spostato quello che prima era lì, il tempo per sbollire o sfogarsi, il tempo per pensare ad una soluzione, il tempo per iniziare a metterla in pratica o per abbandonarla, il tempo di non pensarci più oppure per farci pace, con quel casino.

Che cosa c’entra il tempo con lo spazio? C’entra tutto. La nostra mente si orienta così. E non lo fa solo per il mondo esterno (che giorno è? Dove sono?), lo fa anche per definire chi siamo (ora, ieri, domani) e anche per incastrare un pochino le emozioni. Però le emozioni non amano gli scaffali o gli schedari, le emozioni fluttuano, si arrotolano, si infrangono, si incastrano, scivolano e poi alle volte scoppiano. Il Google Maps del mondo emotivo non l’hanno ancora inventato…Ma possiamo provare a fregare lo spazio con il tempo!

Mi stai seguendo? Sembra strano parlare di spazio, ordine, tempo, emozioni, eppure, è un insieme di ingredienti che non sta poi così male. La nostra mente si orienta e cerca di avere delle coordinate che le permettano di fare ordine, di spostarsi più sicura nel tempo e nello spazio. E quando arriva un’onda un po’ più alta (la rabbia alle volte è proprio una specie di tsunami) quelle coordinate sembrano perdere valore, sembrano non bastare.

Quando la nostra fiducia viene tradita, quando sentiamo che un pezzo di noi che sta dentro qualcun altro o qualcos’altro viene messo in pericolo (come nelle relazioni spesso accade), perdiamo anche noi le coordinate. Il nostro spazio è stravolto, le distanze cambiano, l’onda è più forte del previsto. La rabbia arriva, si fa sentire, spinge, scoppia o cerca di farlo! La delusione, invece, è un po’ come la sabbia che si smuove dal fondale, si mischia all’onda della rabbia ma riusciamo ad individuarla bene solo quando questa si placa un po’. E rimaniamo lì, lo spazio stravolto, la mente confusa e stanca e un bel po’ di cose da sistemare. 

Cosa possiamo fare? Chiedere al tempo di aiutarci, e ricordarci che è un nostro alleato. Uno strumento che la nostra mente conosce bene. E non ti sto dicendo che il “tempo sistema tutto” o che “il tempo serve a sbollire”. Quello che voglio dirti è che per trovare il posto giusto a quella rabbia bisogna permettersi di trovare il tempo perché si faccia spazio. Intendo dire che lo spazio giusto è quello che si crea tra il tempo di permettersi di sentirla (la rabbia), il tempo di permettere alla mente di perdersi un po’, il tempo di dirsi che non è così terribile quel mare mosso e, infine, il tempo di lasciare che il fondale sia visibile ancora una volta.

Poco convincente? Capisco, siamo abituati a voler sistemare tutto. A voler riparare, riposizionare. Ma le emozioni sono libere e hanno bisogno di un certo tempo per esistere

Concediti tempo, dai a te stessa il permesso di sentire fluttuare, montare, spingere e poi passare quell’onda. Datti la possibilità di lasciare che lo spazio si crei. E non perché questo sia più facile, ma perché l’ingombro trova pace se il luogo per accoglierlo è pronto. E gli spazi non sono mai pronti se non è arrivato il momento giusto. Datti l’occasione di non tradire il tuo mondo emotivo che esige una possibilità di espressione sempre, anche quando fa un casino tremendo e sembra essere fuori controllo. È un buon atto di cura e di sincero impegno, verso la nostra mente e la nostra pancia, vivere quello che sta accadendo. E vivere richiede tempo!

Come ti senti su quell’onda? Ecco, il nostro viaggio si conclude qui, con questa domanda che vorrei ti spingesse a ripartire! Chissà se questo viaggio ti è stato utile o se ti ha smosso altre (o alte) onde!

In ogni caso, io ti ringrazio perché quando si viaggia in due tutto si moltiplica: sia lo spazio, sia il tempo.

Buon navigazione R.!

Che si tratti di un momento difficile nella vostra coppia, di un lutto da poco avvenuto, della gioia di un nuovo cucciolo arrivato o dei dubbi sulla propria famiglia, questo è il posto giusto per scrivere. Per condividere la propria esperienza, chiedere informazioni, esporre i propri dubbi, ricevere conforto o un consiglio, gioire insieme.

 

La posta del cuore, il posto del cuore. Per fare posto a tutti.

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